Home
Ubicazione Ranch
Trekking prealpino
Trekking alpino
Materiale  MW
Conoscere
Alimentazione
Consigli pratici
Formazione  nodi
Storia del West
Trekking 4x4
Viaggi 4x4
Quad 4x4
Motoslitte
Musica country
Link
Guest Book
 


CENNI STORICI RIGUARDO IL COWHORSE:         

 
Il cavallo da sella del cowboy ha tratto origine dai cavalli puro sangue mauro/arabi che scapparono ai conquistatori spagnoli nelle loro spedizioni attraverso l'Occidente del Nord-america, si inselvatichirono e che in pochi decenni sono aumentati di numero fino a formare delle grosse mandrie. L'apparizione di questi cavalli nelle steppe dell'occidente e nel nord-ovest, cambiò il tipo di vita degli indiani, che per secoli erano stati sedentari. Agricoltori, abitatori di foreste e di laghi, diventarono dei popoli a cavallo, che si misero in moto e che un po' per volta si diressero verso le regioni più calde del Sud. È vero che già millenni avanti, delle masse di cavalli avevano popolato tutto il continente Nordamericano fin molto dentro nel Canada, ma essi scomparvero prima dell'età della pietra. È probabile che gli indiani non li abbiano cacciati ed alla fine estinti. Cavallo Morgan, una razza americana di cavalli che venne creata per la prima volta nel 1800, nel Vermont, dal maestro di scuola Justin Morgan, incrociando cavalli americani con arabi. Avevano il pelo rosso/bruno, crini neri; erano alti, in media 14 spanne e pesavano 950 libbre. "Justin Morgan", il primo stallone del maestro, nacque nel 1793 e morì nel 1821. Venne montato da uomini, donne e bambini e venne anche attaccato ai carri. Vinse tutti i concorrenti sia in corse lunghe che corte e la sua progenie ha vinto per decenni tutte le corse al trotto negli USA. Nell'Ovest questo cavallo viene apprezzato per la sua resistenza e la sua velocità e, come cavallo da sella, per la sua intelligenza. Cavallo Messicano, detto spesso anche "Pony spagnolo". Serve ad indicare un cavallo con caratteristiche strisce longitudinali, di colore diverso, sulle zampe anteriori, sulle spalle e sulla schiena. È un discendente del Mustang, molto resistente e robusto e perciò prefwerito dai cowboy come animale da lavoro. Cavallo Quarter, cavallo da un quarto di miglio. I Texani affermano di essere stati loro a creare ed allevare questa razza di cavalli. Si dice originata da un incrocio fra uno stallone puro sangue ed una giumenta nera indiana, ma é assodato che questa razza esisteva già in Virginia ed in Carolina ancora prima che il Texas venisse colonizzato, e cioé prima della rivoluzione americana del 1775. Questi cavalli venivano usati come cavalli da corsa su brevi distanze, un quarto di miglio (400 mt.) il che valse a questi cavalli il nomedi Quarter (quarto). Anche oggi viene ancora affermato che un buon cavallo Quarter può coprire la distanza di 400 mt., in meno di 23 secondi, che raggiunge una velocità massima di ca. 76 km/h dopo circa 80 mt.; dopo 130 mt. cala a ca. 72 km/h, ma poi tiene questa velocità fino al traquardo. Questo cavallo forte, muscoloso, intelligente si adatta particolarmente al lavoro nelle fattorie, nel trasferimento o nel concentramento delle mandrie. Cavallo Appalousa, I sigg. Ewis e Clark trovarono durante la loro ricerca del passaggio a Nord-Ovest, nel 1805, presso gli indiani Nez Percé dela Palouse dei cavalli di colore bianco e beige il cui pellame era coperto di macchie ovali, nere, marroni e rosso-marrone, e degli altri che avevano la parte anteriore di un unico colore e il resto a grandi macchie bianche. "A Palouse" = avere un Palouse, era il sogno di ogni cavaliere, perché questa razza era molto nobile, intelligente, paziente e veloce. Nel 500 a.C. questi cavalli in Cina erano proprietà sacra delle dinastie, dopo l'imperatore Wu ti. Li ritroviamo inoltre nell'arte persiana del XIV secolo; dall'Africa passarono probabilmente in Spagna e di Qua nell?America meridionale e centrale, e con i conquistadores nell?America settentrionale. I Cowboy li chiamavono in genere "Apple Lucy", "Polka Dot" e "Leopard Blanket Hip". Nel 1887 l'esercito USA tolse ai Nez Percé le loro regioni negli stati dell'Oregon, Washinton e Idaho dopo una brutale marcia di guerra e uccise 800 cavalli Appalousa su un totale di 1100. Il resto si perse sulle Montagne Rocciose e venne sterminato in seguito dai cacciatori di Mustang. Ultimamente gli allevatori americani di cavalli hanno dato inizio con i restanti Appalousa a un allevamento sempre più fiorente. Cavallo Pinto, cavallo da pelo screziato e di vario colore: generalmente giallo, bianco-ner, ma anche rosso e marrone-bianco. Nel Texas il Pinto é chiamato "Paint Horse" oppure semplicemente "Paint". Veniva allevato molto dai pellerossa specialmente dalle tribù dei Sioux . Cavallo molto tranquillo e forte e tenace durante i loro spostamenti e battaglie. Cavallo Arabo, la più vecchia e più pura razza di cavalli del mondo per la prima volta importata in America nel 1520 da Hernando Cortez, antenati del cosidetto Cowpony. I Cowboy di oggi preferiscono questo cavallo di razza pura detto anche "stock horse" e "cutting horse". Cavallo Mustang, americanizzazione del termine spagnolo "Mesteno" che significa " animale domestico inselvatichito, che é nato nelle montagne ed é selvaggio e diffidente". In Germania il termine viene tradotto con "cavallo selvatico americano", che non é esatto. Il Mustang é una razza di cavalli a sé stante, che indubbiamente discende dai cavalli arabo-mauri dei Conquistadores spagnoli ma che, essendo sempre vissuto allo stato selvaggio, ha sviluppato solo poche qualità utili all'uomo. Così per es:, il mustang era stretto di petto, aveva l'ossatura leggera e, cosa che il cavaliere non apprezza affatto, la schiena curva. Solamente una minima parte delle mandrie, che pure contavano milioni di capi, poteva essere usata per cavalcare e specialmente per il servizio presso le mandrie di bovini. È anche vero che durante i 300 anni di vita selvaggia si verificarono dei mutamenti che riportarono nuovamente alla pura razza mauro-araba, ma che hanno anche affinità con le razze asiatiche. Erano questi i cavalli dei quali i cavalieri indiani (nativi) si sono serviti per creare nuovamente delle razze pregiate. Generalmente il cowboy storico faceva una grande differenza fra il Mustang, che per lui non aveva alcun valore, ed il "Cavallo Selvatico" (Wild Horse), dal quale si potevano ottenere dei cavalli da sella di grande valore. Ne conseguì che in un tempo in cui i cavalli da sella erano scarsi e costavano parecchio (da 100 a 150 dollari) i Mustang venivano uccisi ovunque si incontrassero, perché mangiavano la pastura che per le mandrie di bovini era vitale, perché impoverivano le scarse risorse di acqua, perché rendevano indocili gli stalloni ed inquiete le cavalle da sella. Essi portavano inquietitudine nelle mandrie dei bovini ed apparivano in tale numero, che erano considerati una vera piaga. Come mai da una razza così declassata; gli scienziati credono di poterlo spiegare così: troppi dei migliori stalloni hanno dovuto soccombere per le ferite riportate nei combattimenti durante il periodo del calore, in modo che sono venuti ad essere in maggioranza gli stalloni più deboli, che prima non accettavano nemmeno i combattimenti. La seconda e più importante ragione può essere la sottonutrizione durata dei secoli e dovuta ad un'epidemia di vermi, alla quale erano esposte le mandrie del Nuovo Messico ed in Arizona. La crescente colonizzazione dell'Ovest rese quasi sistematico l'abbattimento dei mustangs di minor pregio ed a questo si possono aggiungere le campagne dell'esercito USA contro gli Indiani, ai quali scapparono molti cavalli buoni e diventarono selvaggi. Si deve infine ancora tenere conto che anche alle carovane di colonizzatori molti cavalli scappavano. Questi cavalli sbandati, ma di pregio, si mescolarono ai resti dei mustangs e produssero quel "Cavallo Selvatico" molto richiesto e che i cacciatori di cavalli selvatici hanno cacciato fino al XX secolo, rivendendo con largo profitto gli esemplari catturati. 


Cowboy: (Homo americanus) 

La parola comparve per la prima volta dopo il 1000 d.C., nelle fattorie in Irlanda e arrivò verso il 1604 con i prigionieri di guerra irlandesi deportati da Oliver Cromwell nella Nuova Inghilterra, dove i pastori, vestiti di giacche e cappotti di pelle, che spingevano nel 1655 una mandria da Springfield a Boston, si chiamavano già Cowboys. Dal 1750 in poi questa parola si usa per gli accompagnatori delle mandrie di bovini in Virginia, Carolina,e Georgia. Ma solamente negl’anni turbolenti che precedettero la fondazione e la guerra di indipendenza della repubblica texana (dal 1830 fino al 1863) si vedono i mandriani specializzati secondo il modello Vaquero messicano. (v.foto sottoscritto da giovane)

Le enormi mandrie di Longhorns selvaggi, furono dichiarate ufficialmente dal governo texano proprietà pubblica, però non vi erano delle persone ad esse interessate, poiché il fabbisogno proprio di carne era basso. Esisteva soltanto un piccolo mercato di pelli, corna, ferri per cavalli e ossa per fare la colla e sego di bovino per fare le candele, ed inoltre crini per cuscini. Località originaria per il commercio di pelli e sego era la California; per questo motivo la pelle dei bovini era chiamata “la banconota californiana”. I tempi eroici del Cowboy americano iniziarono alla fine della guerra di secessione (1865), perché dopo le devastazioni della guerra il fabbisogno di carne e di pelle crebbe enormemente. Qui il Cowboy americano divenne la figura più emblematica dei miti nazionali.

Quest’epoca finì quando la ferrovia fece scomparire il timore per il West selvaggio, e portò milioni di coloni nel West, dove presero possesso della terra e la recintarono. Durante questa generazione  (ca. 30 anni), il Cowboy si trasformò in “Homo americanus”, quel tipo di uomo che prima e dopo non è mai più esistito. La causa di ciò fu il “codice d’onore”del cavaliere basato sulle leggi naturali, al quale il Cowboy si sottoponeva volontariamente. Soldi e successo, le due cose più importanti per gli americani, non gli interessavano, ma onore, stima per se stesso, premura per gli altri e dignità per lui erano tutto. Questo “codice d’onore" volontario non permetteva una sottomissione ad una persona più potente. Per questo motivo la società dei Cowboys era di una democrazia perfetta, essi vivevano del plebiscito giornaliero degl’uomini, che riconoscevano solamente l’opera personale e la forza del carattere.

La superba arroganza dei cavalieri, per esempio, non permetteva la lotta con i pugni, ma preferiva il modo rituale del leale duellocon il revolver. Il Cowboy fu il vero “aristocratico americano”, che impersonava una specie di “Cavaliere della Colt” nomade, che guardava dall’alto in basso gli “uomini a piedi”, e che rifiutava rigorosamente un altro lavoro che non fosse il suo. Per questo motivo cercatori d’oro, coltivatori, operai della ferrovia e cacciatori di bisonti non erano mai dei veri Cowboys. Quando l’era del pascolo libero e del cavaliere nomade finì a causa del rapido progredire della rivoluzione tecnica, tanti Cowboys preferirono diventare dei “banditi liberi”, piuttosto di sottoporsi all’era nuova delle parcelle e del management.

Egli non rubava per arricchirsi con il bottino, ma per “giocare con la vita” e finire come era giusto per un uomo libero a cavallo. Non conoscevano la paura della morte, perché “è più importante come uno vive, che quanto uno vive”. I Western di Hollywood e molti scrittori di storielle in tutto il mondo, non hanno mai capito bene i Cowboys americani, perché li fanno apparire come uomini rissosi e in cerca di ricchezze, cose queste che in verità il Cowboy disprezzava. Ancora oggi, nell’era industriale della paura dell’insuccesso, della vecchiaia e della morte, il Cowboy è simbolo di eterna  gioventù, e a confronto con lo “Zio Sam”, simbolo del Prammatismo, egli è la figura simbolica dell’idealismo. 

 


Indiani:  (Nativi d'America)     


La storia umana é una storia di movimenti, di conquiste, di adattamenti a nuovi ambienti, di mescolanze sanguinee e di fusioni di civiltà, di continue, incessanti aspirazioni verso "qualcosa di migliore". Popoli immobili come, ad es. i Buscimani australiani, non hanno mai progredito, rimanendo statici. Quando gli spagnoli e i portoghesi scoprirono il Nuovo Mondo, traendo dall'immenso ignoto nuovi imperi per il loro sovrano, vennero a contatto con una razza umana fino allora sconosciuta: gli indiani, le cui svariate civiltà dai cacciatori nomadi delle pianure del nord, fino alle civiltà altamente progredite degli Aztechi e degli Incas dominavano il continente americano. Con una aggressività ed una barbarie senza precedenti essi riuscirono a cancellare queste civiltà che si ridussero alle tribù nomadi del nordamerica.Gli indiani molto probabilmente provengono dall'Asia, ma nonsiamo più in grado di stabilire l'epoca in cui avrebbero attraversato la lingua di terra, cheallora doveva esistere; tra la Siberia e l'Alaska. Nel corso di una migrazione protrattasi per molti secoli, si sparsero nelle pianure nordamericane, sul'altopiano del Messico e nelle regioni tropicali ad est delle Ande. Parecchie tribù del nordamerica, dopo aver ricevuto armi da fuoco dai mercanti bianchi, incominciarono ad emigrare verso l'ovest per conquistare le più ricche zone di caccia delle tribù vicine. Altre si impadronirono dei cavalli, lasciati dagli spagnoli durante le loro spedizioni, che nel frattempo erano considerevolmente aumentati, e presero possesso delle steppe fino allora disabitate.Tuttavia, nella maggior parte dei casi, questo spostamento verso ovest non fu spontaneo perché prodotto dalla necessità; fu l'imponente retrocedere di una razza inferiore di fronte alle incalzanti ondate della emigrazione trasatlantica dei popoli bianchi, la più vasta di tutti i tempi.La storia degli indiani d'america fu una tragedia, a meno che ci si voglia annoverare fra i fanatici ammiratori della America odierna.

1) Le tribù nomadi delle regioni desertiche a sud-ovest (sud-ovest e nord-ovest del Texas), nel New mexico, Utah, Nevada ed Arizona, e precisamente gli Apaches, i Kiowa, i Mohaves, i Navahos e gli Yuma.

2) Le tribù civilizzate delle 5 grandi Nazioni del territorio indiano dell'Oklahoma, cioé i Cherokees, i Chickasaws, i Choctaws, i Creeks e i Seminoles, le quali abitavano in città, possedevano una costituzione sul tipo di quella USA, università, scuole superiori, tribunali, funzionari, agricoltori, ranchers, medici, ecc.

3) Le tribù nomadi a cavallo, cioé gli Arapahoes, i Cheyennes e i Sioux, nonché quelle dei Chomanches e dei Kiowa (che erano Apaches) distribuiti tra i confini canadesi e messicani. Le tribù cacciatrici del deserto, il cui grado di civilizzazione era ancora quello dell'età della pietra, che si muovevano a piedi e consideravano il cavallo come fonte di nutrimento, che vivevano di rapine e aggressioni operate in imboscate, erano disprezzate dal cowboy come  "bad indians" (cattivi indiani) ed egli le combatteva e sterminava come bestie nocive incontrate sul cammino. Le tribù indiane colte e tecnicamente civilizzate, abitanti su territorio proprio (che i cowboy dovevano attraversare nelle loro marce verso il Nord assieme a milioni di mandrie), incassavano, dietro quietanze sigillate dai loro capi, "diritti di pedaggio" da parte dei conducenti appunto per l'attraversamento delle loro terre, l'utilizzazione delle loro chiatte e dei loro ponti. Tale dazio ammontava a 25 cent per ogni capo di bestiame. Raramente nascevano contese e ben poca era l'animosità tra le due parti, dal momento che tutto era perfettamente regolato. Ben diversamente stavano le cose con le tribù indiane a cavallo della prateria. La penetrazione delle ferrovie nel cuore del West aveva frazionato la prateria. I cacciatori sterminavano milioni di bisonti, unica fonte di sostentamento delle tribù a cavallo, l'esercito le combatteva fino all'uso del coltello e convogliava, nel 1876, gli ultimi Comanches superstiti nelle Riserve. Questi indiani a cavallo, spinti dalla fame, rubavano animali alla mandrie dei cowboys ed assalivano convogli per procurarsi polvere da sparo e armi da fuoco. La loro guerra contro ferrovie, esercito, coloni e cowboy era accanita e sanguinosa, ma il cowboy sapeva rispettare e stimare l'orgoglioso "indiano a cavallo" (horse indian), la cui mentalità gli era più vicina di quella dei suoi fratelli Yankees e di cui egli capiva bene i problemi. I ponies indiani erano molto ricercati perché ubbidivano al minimo cenno. Alcuni lavori artigianali degli indiani, come selle, coperte da sella, finimenti, cinture e guaine per coltelli, appartenevano alle cose che il cowboy sognava. Molti tratti caratteristici che differenziavano profondamente il cowboy dagli altri americani, come il linguaggio fiorito, il piacere dell'esagerazione e delle storie false, della superstizione e della mistica della natura, sono di origine indiana. Se presso il resto degli americani i meticci indiani erano oggetto di disprezzo, il cowboy accettava all'istante sia indiani di razza pura che meticci di ogni grado come compagni di cavalcata godenti dei suoi stessi diritti. Ecco perché il numero di indiani e di meticci tra i cowboy era sorprendentemente alto. Anche i Ranchers potevano essere meticci, come per es. i fratelli Olive, e riscuotere la generale considerazione. Finché un uomo, conscio delle sue prestazioni e della sua dignità interiore, si presentava come pari tra pari, non nascevano problemi di differenza di razza. Gli indiani della prateria, a loro volta, vedevano nel cowboy l'unico tipo di americano degno di stima e lo chiamavano "fratello tra la sella e le nuvole".


Sioux:   I Sioux chiamarono se stessi " Da-cohtah" = amico, alleato, però i Chippewas che vivevano nelle foreste del Wisconsin, nemici giurati dei Dakotas, li chiamavano "Nado-weis-siw = serpenti, nemici, dopo che ebbero ricevuto le prime armi da fuoco dai primi esploratori francesi nel 1640. I francesi storpiarono il nome in "Nadouessioux" e poi "Sioux". I Chippewas, in possesso di armi da fuoco francesi, più forti dei Sioux, li cacciarono dal Wisconsin occidentale e per decenni li spinsero sempre più all'ovest inseguendoli senza tregua. Alla ricerca di nuove terre, i Sioux incontrarono gli Arikaras che vivevano in capanne di terra sulla riva del Missouri, e li si impossessarono per la prima volta di cavalli. Nel giro di 5 decenni diventarono il più grande ed il più temuto popolo di cavalcatori di tutte le praterie del nord. Durante questa evoluzione tra il 1750 e 1800, le tribù dei Sioux che vivevano nel sud e nel centro, si divisero dai Sioux del settentrione, riprendendo la vecchia tradizione della coltivazione della terra, sempre però servendosi del cavallo(il quale soltanto rendeva possibile la vita nelle praterie). Invece i Teton-Dakotas, rinnegando la tradizione agraria dei secoli passati, diventarono esclusivamente cacciatori di bisonti. Questo é senz'altro stato uno dei motivi per i quali le tribù agrarie dei Sioux si rassegnarono abbastanza in fretta all'occupazione del loro territorio da parte dei bianchi, mentre i Teton-Sioux si batterono fino all'ultimo perché i bianchi, con le loro carovane trascontinentali, mettevano in pericolo le migrazioni dei bisonti. Allora i Dakota si resero conto che l'America lasciava loro due sole alternative: diventare miseri agricoltori su un terreno sterile e ricevere l'elemosina dal Governo degli USA oppure battersi fino all'ultimo sangue. Decisero di morire combattendo. I loro capi Nuvola Rossa, Crazy Horse (Oglalla), Spotteed Tail, Gall (Hunkpapa), Sitting Bull e tanti altri condussero una guerra totale, interrotta soltanto da brevi intervalli. Tanto numerose furono le battaglie, le scaramucce, gli assalti e i massacri, che solo i più spettacolari vengono ricordati; nel 1863: White Stone Hill, Fort Abercrombie, Stoney Lake, Dead Buffalo Lake, Big Mound; nel 1864: Killdeer Mountains, Little Missouri. Nella pace di Laramie (1865) si garantirono di nuovo e per "l'eternità" dei territori ai Sioux, ma nello stesso anno l'esercito americano occupava quei territori costruendovi una catena di fortificazioni.  I risultati furono: nel 1866 il massacro di Fetterman vicino al Forte Phil Kearney; nel 1867 Wagonbox Fight, Hayfield Fight; nel 1868 Beecher Island, Battle of the Tongue, Crazy Woman Fight. Tra il 1869 e il 1872 Nuvola Rossa cercò di ottenere la pace in un'altra maniera: partì per Washington, parlò in pubbliche riunioni apertamente e denunciò la rottura dei trattati da parte degli USA. L'opinione pubblica era dalla sua parte, il governo e l'esercito si trovavano in imbarazzo. Nel 1874 Custer veniva mandato nelle Black Hills, trovandovi l'oro, e i cercatori d'oro arrivarono a sciami nel territorio Sioux. Ma i Sioux insistevano perché venissero rispettati i contratti e non combattevano. Ciò nonostante l'esercitò marciò contro di loro per "risolvere il problema Sioux". Nel 1876 nella prima battaglia presso Rosebud la sconfitta del generale Crook non fu importante, ma pochi mesi dopo, sul Little Big Horn, il tenente-colonello Custer con tutto il suo 7° reggimento di Cavalleria venne completamente annientato. L'anno finì con una rivincità degli USA a Slim Buttes, dove trovò la morte "American Horse", un capo Minneconjou. Nel 1877 Toro Seduto si rifugiò nel Canada, Cavallo Pazzo si arrese e venne fucilato a Fort Robinson. Solo nel 1891 Toro ritornò negli USA con il resto dei suoi guerrieri Sioux affamati. L'esercito degli USA li aspettò al Wounded Knee River e li massacrò tutti. In questo modo il "problema Sioux" era risolto per sempre.


Apaches:    Tribù del gruppo linguistico degli Atapaski meridionali con le sottotribù: Aravapai, Chiricahua, Cocotero, Gileno, Jicarillas, Kiowas, Lipan, Mescalero, Mimbrenjos, Mogollons, Pinal, Pinaleno, Tonto. Abitavano soprattutto nelle steppe e nei deserti del sud-ovest dell'America e si erano adattati più di tutte le altre tribù indiane al deserto. Ciò le metteva nella condizione di sopravvivere nei posti dove neanchegli animali del deserto resistevano; per questo motivo resistettero agli spagnoli e alle truppe americane. Gli Apaches erano nomadi e cacciatori, con una cultura pari a quella degli uomini dell'età della pietra. A loro il cavallo serviva più come cibo che come cavalcatura. Il codice d'onore era sconosciuto agli Apaches, poiché vivevano di caccia e rapine, combattendo possibilmente col metodo dell'imboscata e rischiando il meno possibile. Non conoscevano virtù e concetti d'onore dei cavalieri della prateria e della steppa; erano abili solo nell'intrecciare cesti e tappeti. L'ordine nell'interno della loro comunità linguistica era democratico. Erano sufficienti le capacità personali per diventare capo. Naturalmente nemici di ogni intruso nel West, combatterono per 300 anni spagnoli, messicani, texani e americani e uccisero non solo gli uomini ma anche le donne e i bambini con torture bestiali. Quando aumentavano le perdite dei loro guerrieri, prendevano ragazzi bianchi come schiavi, per poi inserirli nelle loro file come guerrieri. I Cowboy, che mostravano grande rispetto e stima per le tribù dei Comanches e dei Sioux, erano malvisti dagli Apaches che li uccidevano quando si presentava l'occasione.

 
Cheyennes:    Tribù di prateria della famiglia linguistica degli Algokins che faceva parte dei grandi popoli di indiani a cavallo. I Cheyennes settentrionali erano legati ai Sioux, quelli meridionali ai Comanches e ai Kiowas. Nonostante che le due sottotribù si fossero opposte selvaggiamente alla costruzione della ferrovia e alla avanzata dell'esercito degli USA, i Cowboy nutrivano verso loro una specie di riluttante simpatia, che venne contraccambiata dagli indiani fino quando i Cowboy attraversavano solamente il loro territorio con le mandrie, pagando un "pedaggio stradale" con una piccola percentuale di bovini. Solamente quando alcuni allevatori di bestiame incominciarono a prendere possesso dei pascoli nel Wyoming, Nebraska, Kansas e Colorado, ebbero inizio le lotte con spargimenti di sangue fra Cheyennes e Cowboy. A lungo andare però i Cheyennes non poterono resistere alla concomitante pressione della ferrovia, dell'esercito degli USA, della colonizzazione e dei Cowboy. Le perdite nelle file dei guerrieri indiani furono infine così alte, che essi furono costretti ad arrendersi e si ritrovarono in una riserva permanente dell'Oklahoma. Qui si ribellarono per l'ultima volta contro la corruzione delle agenzie indiane degli USA, e nel 1878 il loro capo Dull Knife guidò l'insurezione di un piccolo gruppo di guerrieri scelti contro l'esercito degli USA. Questi Cheyennes irruppero nel Kansas e inflissero alle forze molto superiori degli USA delle gravi perdite, prima di capitolare. 

Comanches:      Tribù indiana della prateria del gruppo linguistico dei Shoshoni e della famiglia uto-aztechica che viene indicata da tuttii contemporanei e gli storici come quella dei migliori cavalieri del mondo. Fu l'unica tribù che non solo fermò la marcia di conquista degli spagnoli in America, ma che anche li cacciò, con degli ininterrotti attachi duranti 200 anni, dalle province spagnole settentrionali del Rio Grande del Norte. La lotta per questi piccoli e tarchiati guerrieri era tutto, l'attacco l'unicoe onorevole modo di combattere, la ritirata vergognosa, la sconfitta impossibile. Quando il Messico divenne indipendente, essi combatterono contro i messicani, quando il Texas si staccò dal Messico, andarono contro i Texani. Il loro secolare nemico erano i guerrieri appiedati del deserto, gli Apaches che essi, venendo dal Nord, avevano cacciato per tante centinaia di anni verso il Sud. Selvaggi come gli Unni dell'Asia, si difendevano aspramente contro ogni invasore nella loro regione, a Est e a Sud delle Staked Plains. I Comanches in America furono chiamati "The Lords of the Plains" (I Signori della steppa). I Cowboy li rispettarono e li stimarono molto, però sostennero con essi sempre combattimenti sanguinosi. La preponderante forza dell'esercito degli USA, guidato dal generale Mackenzie, sterminò quasi totalmente i guerrieri e diede ai pochi sopravissuti, nel 1878, una piccola riserva nel'Oklahoma. 

 
Cherokees:    Gruppo etnico appartenente alla famiglia degli Irokesi, che si stabilì in epoca storica sui monti Appalachi della costa atlantica, in quelli che sarebbero stati gli stati confederati del Tennessee, Georgia, Nord e Sud Carolina, e costituiva un popolo altamente civilizzato che risiedeva in sedi stabili. I Cherokees avevano un sistema di governo democratico bicamerale, presidenziale, ambasciatori alla corte di re Giorgio III, un parlamento del quale facevano parte anche le donne, scuole, accademie, alcuni medici e scienziati, una costituzione scritta ed un alfabeto proprio. Pubblicavano un giornale di stato, avevano società per azioni, esperti di economia, agraria e molto aggiornati, e molti dei loro uomini più intelligenti ed istruiti, al tempo del dominio coloniale inglese, guardavano pieni di disprezzo dall'alto in basso gli Squarter americani "primitivi e barbari". Avevano proprie leggi civili e penali, dei giudici, procuratori dello stato e organi di polizia, una corte d'appello, e al tempo della  fondazione degli USA, essi erano più civili e colti degli americani. Però la Georgia, adducendo che "tutti gli indiani sono selvaggi", sollecitò la loro espulsione. Invero i politici, i giuristi, i giornalisti e gli uomini di scienze dei Cherokees, si difesero con le migliori argomentazioni, ma il governo degli USA fece marciare contro di loro le sue truppe al comando del Generale Scott e costrinse l'intero popolo a migrare alla volta dell'Oklahoma. "La marcia delle lacrime" (1838-39) é entrata nella storia come una delle più infami crudeltà politiche degli USA. Durante la marcia morì il 20% di tutti i Cherokees per fame, freddo, sete, colera e tifo. Già nel 1848 dello squallido e selvaggio Oklahoma, avevano fondato tanti centri con scuole, ginnasi ed un'accademia di agraria. Invero sollecitarono il riconoscimento del loro popolo e del loro nuovo paese come stato federale indipendentemente "Sequoyah", ma la proposta restò al congresso fino a quando i più di 300'000 "coloni ospiti" bianchi, accolti gentilmente dai Cherokees nel loro stato ben ordinato, nell'anno 1906 non sopportarono più il fatto di essere governati da 70'000 Cherokees. La richiesta dei coloni di dichiarare l'Oklahoma stato federale indipendentemente, naturalmente bianco, fu accolta dal congresso nel tempo record di solo pochi mesi. Nel 1907, il presidente Roosevelt firmò il proclama che faceva dell'Oklahoma uno stato federale, naturalmente dei bianchi, ed espropriava i Cherokees dei loro territori. Da quel momento l'avidità e le pretese di supremazia sociale degli americani, fecero sì che l'elevata civiltà dei Cherokees venisse cancellata in pochi decenni. Oggi i discendenti di questi indiani, un tempo così civili, sono dei mendicanti e vengono miseramente sovvenzionati dallo stato. Nella politica americana verso gli indiani, quanto riguarda i Cherokees, viene chiamato "il secolo del peccato".


Navahos:  Nome popolare con cui si indica la tribù degli indiani "Yutagenne" che, come gli Apaches, provengono linguisticamente dalla famiglia meridionale atapastica, ma che, contrariamente alle tribù Apaches nomadi del deserto, vivevano quasi stabilmente nella zona che oggi appartiene alla parte Nord-est dell'arizona. Abitavano in paesi, dentro case di legno, coltivavano granoturco e verdure ed allevavano pecore. Hanno una grande abilità, esperienza di molti secoli nella confezione di tappeti e coperte. Per lungo tempo i Navahos hanno osservato la neutralità fra i Utes nel Nord, gli Apaches Gilenos e Chiricahua nel Sud, i Moquis nell'Ovest e le missioni e colonizzazioni spagnole nell'Est. Durante la campagna americana di sterminio e della formazione delle Riserve, i Navahos hanno fatto fronte contro la progressiva conquista della loro terra e contro la colonizzazione bianca ed assalivano colonizzatori bianchi, fattorie, strade di comunicazione e depositi. L'esercito USA, agli ordini del Colonello Kit Carson, pose fine alla battaglia entro l'autunno 1863. Nel Canyon de Chelly i Navahos capitolarono incondizionatamente ed insieme agli Apaches vennero concentrati nella riserva di Bosque Redondo, vicino a Fort Summer, nel Nuovo Messico. La peste, il vaiolo, il colera e la denutrizione ne lasciarono ben pochi in vita, che, più tardi, quando gli indiani non costituirono più un problema, poterono ritornare nelle loro terre d'origine. Ai cowboy i Navahos davano raramente motivo di conflitto e di dispiaceri. Oggi, la nazione Navahos, forte di circa 100'000 anime, non é solo la tribù indiana numericamente più forte, ma poiché nelle loro terre é stato trovato del petrolio ed hanno un'attività industriale turistica, é anche la più ricca. Nella seconda guerra mondiale, i Navahos vennero impiegati principalmente come telegrafisti nella guerra contro il Giappone. Quando i Giapponesi riuscirono ad impossessarsi del Codice segreto americano, gli americani impiegarono telegrafisti Navahos, che effettuavano le trasmissioni nella loro lingua originale, così difficile che gli esperti criptologhi giapponesi non riuscirono a decifrarla. Approfittando di questa esperienza, i Sviet hanno istituito nell'Università di Mosca anche un corso di lingua Navaho.


Nez Percé (Nasi Forati):  Si tratta di una tribù della famiglia Penuti, che linguisticamente apparteneva alla famiglia Shahapti, che vivevano nel cuore dell'attuale Montana ed alla frontiera orientale dell'Oregon, nelle montagne. Originariamente cacciavano in montagna e cuocevano sulla pietra, poi divennero cavalieri, vivevano principalmente della caccia al bisonte e della "camas", una specie di cipolla. Le camas venivano fritte o anche lavorate come pane. Nel 1840 il missionario marcus Whitman eresse una missione vicino a Wallawalla. Più  tardi la missione sarà bruciata ed il Whitman ucciso. I Nez Percé divennero famosi per il loro capo "Joseph" che si oppose alla plitica di sterminio degli americani e che nel 1877 inflisse al generale USA Olivier Howard una sconfitta umiliante. Questo popolo, descritto da tutti come nobile, valoroso ed intelligente, venne alla fine sottomesso agli USA, con una politica militare brutale e primitiva. Il capo Joseph venne preso prigioniero e trasferito nell'Oklahoma ed i Nez Percé vennero messi a domicilio coatto nelle riserve dell'Idaho, Oregon e Washington. Joseph morì nel 1904 e la sua dichiarazione al momento della capitolazione, il 5 ottobre 1877, é passata alla storia: "I nostri Capi sono morti, i  migliori dei nostri giovani guerrieri sono morti, i nostri vecchi, molte donne e bambini sono morti. I sopravissuti moriranno di freddo, non abbiamo coperte, non abbiamo cibo, non abbiamo più munizioni. Vorrei avere il tempo di cercare i miei figli e ancora ne posso trovare. Forse sono fra i morti, il mio cuore é affranto e malato.  Non combatterò mai più".  


Crows (Indiani Cornacchia):  Questa tribù si autonominava, era in origine il nome di un uccello simile alla cornacchia che, all'epoca in cui la tribù venne in contatto con i bianchi, era ormai estinta. "Cornacchia" quindi é una traduzione inesatta. Questi indiani formavano una tribù della famiglia linguistica dei Sioux ed era, durante il secolo XIX, una delle più potenti nel Montana; dopo gli Assiniboines e i Black-Feet. Il Governo USA impegnato in una guerra quasi ininterrotta con gli Sioux, i Cheyennes, gli Arapahoes e i Black-Feet, invece la loro tribù per lungo tempo da sentimenti pacifici nei confronti degli americani, cosa che spinse il Governatore del Montana a pregare il Governo perché li dotasse di armi da fuoco, poiché "fortemente armati  essi rappresentano per i coloni di qui una garanzia molto più sicura che non i Forti dell'esercito". Il Governo non dotò ufficialmente di armi le "Cornacchie", ma durante le campagne militari contro i Sioux, i Black-Feet e i Nez Percé, si servì volentieri dell'aiuto di numerosi esploratori "Cornacchie", e si mostrò molto accondiscendente di fronte al loro desiderio di possedere un buon armamento. Sotto il loro capo essi servirono ufficialmente nell'esercito come esploratori (Scouts) e tenevano al corrente i capi militari USA sugli imminenti assalti da parte dei Sioux e dei Cheyennes, come avvenne per es.,prima della battaglia di Hayfield nel 1867 e prima dei massacri di Rosebud e di Little Big Horn nel 1876. Nel 1871 essi informarono l'esercito USA sui movimenti della tribù dei Sioux che al comando di Toro Seduto stavano ritornando dal Canada, rendendo così possibile il massacro di Wounded Knee River.


Arapahoes:  La tribù degli Algonkin, fino verso alla metà del XVIII secolo agricoltori nel Minnesota e Cheyenne River, scacciati dal loro Ranch dai Comanches, si stabilirono dopo una lunga marcia attraverso il Bib Horn River (1781-1792), North Platte River (1793-1812), Arkansas River (1812-1842 a oriente dei Saskatchewan e nel Black Hill come cavalieri nomadi.  Qui questa tribù si univa con i Cheyennes e i Sioux contro l'immigrazione bianca e l'esercito USA. L'agente indiano Thomas Fitzpatrick scriveva nel 1849: "La maggior parte degli indiani, che assalirono le carovane del Santa Fe Trail, era composta di Arapahoes, i più pericolosi. Per evitare questi assalti, nel 1851 venne stipulato un trattato di pace, nel quale il governo degli USA garantiva agli Arapahoes le loro regioni di caccia e prometteva che nessuna marcia di carri e di bestiame le avrebbe attraversate. Naturalmente questa promessa non poteva essere mantenuta. Nel contratto del 1860 gli Arapahoes si dichiaravano pronti a stabilirsi presso l'Arkansas Rivers nel Colorado come agricoltori, se il governo li avesse riforniti di tutte le sementi e gli attrezzi necessari. Ma poiché questo fu promesso ma non mantenuto, e i coloni bianchi continuarono a occupare la terra promessa, gli Arapahoes si diressero verso Fort Lyon per protestare contro la rottura del contratto. Qui la maggior parte di loro, uomini, donne e bambini venne uccisa il 29 novembre 1864 dal'esercito USA. Quelli che sfuggirono al "Sand Creek Massaker", andarono verso il Nord e si unirono ai Sioux per intraprendere una sanguinosa azione di guerriglia contro tutti i bianchi. Nel 1869 la maggior parte degli Arapahoes viveva con i Cheyennes e i Gros Ventres nel Montana., si trasferì (quasi costretta dall'esercito USA) nel 1870 nella Riserva Cloud Agency. Poiché il vettovagliamento per gli indiani era in mano ad impiegati avidi, nel 1874 avvenne una sanguinosa insurrezione, che terminava nel 1877 con il trasferimento degli Arapahoes sopravissuti nel territorio indiano dell'Oklahoma. Nel 1930 vivevano ancora 4000 Arapahoes nelle riserve nell'Oklahoma  (Blaine e Canadian Country) e nella Fremont County  dello Wyoming. Ancora oggi vale la legge del 1879 emessa dal congresso degli USA: "Né i Cheyennes né gli Arapahoes hanno diritto legale su proprietà fondiarie".

Shoshoni: Grande famiglia linguistica di indiani del nord-ovest americano (specialmente delle regioni montagnose); apparteneva alla grande famiglia linguistica degli Uto-Aztechi e raggrupava le seguenti Tribù: gli Shoshoni, i Bannacks, gli Utes, i Comanches, i Kiowa ed i Modocs. Gli "Shoshoni del nord" vivevano, nell'800, nell'Idaho orientale e meridionale, nella parte nod-orientale dell'Utah e nellaparte nord-orientale dell'Utah e nello Wyoming occidentale.

 

Alcuni personaggi famosi: 

 
Cody, William Frederick (Buffalo Bill), nato il 26 febbraio 1846, morto il 10 gennaio 1917. La leggenda americana di Buffalo Bill é alimentata da tre fonti principali: dall'uomo, dal Wild West Show e dalle innumerevoli storie pubblicate. Da ragazzo fu per poco tempo corriere nel Pony Express, poi soldato, dopo la Guerra Civile, quale cacciatore di bisonti, rifornì le cucine della ferrovia del Pacifico nel Kansas, e infine partecipò come Scout dell'esercito degli USA, alle battaglie contro i Cheyennes e i Sioux. Nel 1872 venne eletto alla camera dei rappresentanti del Nebraska e nel 1883 fondò il suo famoso Wild West Show, nel quale esibiva indiani, Cowboy e tiratori scelti del selvaggio West. Dopo la sua morte, avvenuta a Denver, nel Colorado, furono scritte molte centinaia di biografie eroiche che si contraddicevano fra di loro.



Geronimo, capo Apache nato il 17 febbraio del 1823, tra gli Apache Bedonkohe del fiume Gila; probabilmente nella zona di confine tra Arizona e Nuovo Messico. Nel 1850 nel suo villaggio natale, i messicani  massacrarono tutte le donne e i bambini del villaggio: Geronimo perse la madre, la giovane moglie e tre figli. Questo episodio determinò il corso della sua vita, e da quel giorno cominciò ad odiare i messicani con furia cieca e ne uccise senza dubbio tantissimi per vendicare la morte dei suoi cari. La prima grande battaglia che segnò l'inizio della sua vendetta ebbe luogo circa un anno dopo e nello scontro si procurò il nome Geronimo, che gli venne conferito dai messicani durante il combattimento. Fino allora era stato chiamato con il suo nome giovanile Goyhkla "Colui che sbadiglia". Il nome di  Geronimo é saldamente legato alla mitologia americana e con il trascorrere degli anni, divenne il simbolo della resistenza finale degli indiani contro l'avanzata della civiltà bianca. Oggi é anche un sinonimo di forza, di selvaggia combattività di anarchia contro il potere costituito, e il simbolo di una individualità che sovrasta ogni agire colletivo. Dal punto di vista politico e strategico Geronimo non ebbe mai la capacità di Mangas Colorades, Cochise, Victorio, perché questi, oltre che valorosi guerrieri, furono anche degli statisti e dei fini diplomatici.  geronimo fu solo un grande combattente che si spingeva, al pari di Cochise, in prima linea, sempre in prima fila davanti ai suoi uomini. Amava la sua gente, non tradì mai la parola data, fu devoto e legato alla religione dei suoi avi e dopo il trattamento ricevuto dopo la resa si pentì di non essere rimasto a combattere sulle montagne fino alla fine. Durante la sua vita si sposò nove volte e potrebbe, ma non é certo, avere avuto dei figli a lui sopravvissuti. Geronimo fu sepolto a Fort Sill, Oklahoma dove é stato eretto un modesto monumento sulla sua tomba. Il destino dei Chiricahua si legò indissolubilmente alla sua figura. Dopo la fine delle ostilità, il 7 settembre 1886, molti dei Chiricahua che non avevano mai partecipato alle ostilità di Geronimo, 382 in tutto, furono arrestati dai soldati solo perché Apache. Da Fort Apache furono trasferiti alla terribili prigioni della Florida, e poi a Fort Sill, dove vennero rilasciati dalla custodia dell'esercito solo nel 1914. Questi Chirichua vissero un'odissea senza precedenti, nella storia delle segregazioni degli Stati unitid'America, perch furono tenuti 27 anni prigionieri di guerra, senza avere mai combattuto o sparato un colpo di fucile!. Geronimo morì a Fort Sill, Oklahoma il 17 febbraio del 1909.



Toro Seduto,  fu una delle personalità più interessanti della seconda metà del secolo scorso negli Stati Uniti, il famoso capo sioux Toro Seduto. Nacque da una famiglia di guerrieri. era figlio unico, e dal momento che per i Sioux un figlio é il più bello e il più grande dei doni. Toro Seduto ebbe un doppio benvenuto, Nacque sulla riva meridionale del fiume Ree, adesso chiamato Grand, in un luogo noto come Molti Nascondigli perché tutt'attorno si trovavano molte vecchie buche scavate come depositoper le provviste, poche miglia a valle dell'attuale città di Buuhead, South Dakota. Ciò accadeva nell'Inverno-in-cui-Occhi-Gialli-Giocava-nellaNeve, cioé nel marzo del 1831.Nessuno allora poteva prevedere la fama e il potere che in futuro il piccolo avrebbe raggiunto, per cui questi cominciò la sua esistenza con il nomignolo "Lento". Evidentemente se lo meritava perché si dice che ancora piccolino avesse già un atteggiamento molto ponderato. Uomo dotato di una grande carica magnetica e prodigioso (a quanto si dice) divinatore, egli seppe a lungo tenere testa alle forze militari e politiche statunitensi, arrivando tra l'altro ad infliggere all'esercito USA una delle sue più cocenti sconfitte: quella, famosa, alla battaglia del Little Big Horn, durante la quale rimase ucciso George Armstrong Custer. Maltrattato da una storiografia partigiana e da una altrettanto faziosa retorica che voleva i "buoni" (i Bianchi) solo da una parte e i "cattivi" (i pellirosse) solo dall'altra, Toro Seduto trova finalmente in queste pagine la giusta rivalutazione e in esse giganteggia solitario, ultimo campione di un popolo che difendendo disperatamente la proprialibertà e il proprio semplice modo di vivere, cercò invano di opporsi all'avanzata inesorabile della civiltà moderna portata dalla marea straripante dei coloni bianchi.  Toro Seduto morì il 15 dicembre del 1890. 

                                                               

Custer George Armstrong. Sebbene sia stato descritto in molti libri di storia americana e dall'esercito degli USA ancora oggi chiamato "Generale", Custer non é mai stato Generale , né  comandante del Settimo Cavalleria in vita sua. Dopo la guerra, quando la maggioranza delle truppe venne congedata, ricevette il grado di capitano del Quinto reggimento Cavalleria. Egli entrò come tenente nel Settimo reggimento Cavalleria nel Fort Riley, nel Kansas. Poiché contro di lui furono presi alcuni provvedimenti disciplinari, fu posto sotto tutela del maggiore John W. Davidson, del Secondo reggimento Cavalleria. Comandante del Settimo reggimento Cavalleria fu il Colonnello Andrew J. Smith. Soltanto il 26 marzo 1876 Custer ebbe l'incarico dal maggiore generale Hancock che comandava il "Dipartimento della prateria Missouri", di maggiore per il comando provvisorio del Settimo reggimento Cavalleria e, secondo l'ordine del giorno, "per la durata della spedizione contro i Sioux". Dopo il termine di questa campagna, Custer avrebbe dovuto lasciare il comando; siccome era in attesa di un processo disciplinare, che minacciava di fare finire la sua carriera come ufficiale, egli non obbedì all'ordine del suo Generale (Terry) superiore di ritirarsi all'apparire del nemico e di attendere rinforzi, e attaccò le forze unite delle tribù di Sioux, dei Cheyennes e degli Apaches al Little Big Horn, per sempre sterminato fino all'ultimo uomo inquesta battaglia memorabile. Fino a quel giorno, Custer fu tenente del Settimo reggimento Cavalleria per quasi esattamente 3 mesi. Il Settimo reggimento Cavalleria era esistito fino a quel giorno per 120 mesi, comandato per 117 mesi da altri ufficiali.



Custer, battaglia al Little Big Horn. Il 25 giugno 1876, alle ore 12, il tenente George Armstrong Custer arrivò col suo battaglione del Settimo Reggimento Cavalleria (1. Battaglione Custer, 2 Battaglione Benteen, 3 Battaglione Reno, 4 salmerie in cima ad una collina tra le valli del Rosebund e del Little Big Horn River nel Montana. Il compito militare di questa forte truppa, composta da 29 ufficiali e 637 soldati, era di localizzare un numero imprecisato di Sioux, Apaches e Cheyennes e metterli alle strette fino quando non sarebbero arrivati rinforzi delle truppe del Generale Crook. Custer divise il suo reggimento in 3 gruppi di combattimento (Custer, Benteen e Reno) e cadde in trappola in cima ad una collina col suo gruppo. La battaglia del 26 giugno1876, nella quale il gruppo di Custer (214 soldati e 11 ufficiali) (documentazione: Capt. ES.Luce in "Keogh, Commanche and Custer") venne attaccato da 3000 indiani, durò dalle ore 16.40 fino alle 17.35. Dopo ciò tutto il battaglione di Custer fu sterminato. Le  perdite totali del Settimo Reggimento Cavalleria furono in questo giorno di  246 tra soldati e ufficiali.



Nuvola Rossa, nato nel 1822 a Platte River, Nebraska, morto il 10 dicembre 1909 nella Riserva di Pine Ridge, South Dakota. Capo supremo e leggendario diplomatico degli Oglalla-Teton-Sioux, capeggiò negli anni 1865-1868 la grande guerra della Nazione Sioux contro la presa di possesso dei territori da parte dei bianchi. Con questa guerra impedì che si aprisse una strada di transito per i carri attraverso il Montana. Poiché si rifiutava di prendere parte a trattative di pace se non venivano ritirate tutte le truppe USA e contemporaneamente viaggiava nell'Est con una Delegazione di Capi delle varie tribù indiane, tenendo conferenze per richiamare l'attenzione del mondo sui problemi della sua razza, vinse alla fine una grande battaglia diplomatica. Il 6 novembre 1868 firmò a Fort Laramie, Wyoming, un soddisfacente trattato con gli USA. 

      

Un po' di storia:


Quando, nel 1519, l'esigua schiera di Spagnoli capitanata da Ferdinando Cortes s'inoltrò fra le gole e i deserti del Messico, si vide fatta segno da parte degli indigeni a straordinarie manifestazioni di rispetto e di deferenza: gli Aztechi veneravano nei pallidi guerrieri venuti dal Levante i compagni di Queztalcoatl, il dio fondatore della stirpe, signore del tuono e della folgore, dal torso d'uomo e dal corpo belluino.

Non avevano mai visto un cavallo, quegli ingenui sudditi di Montezuma, e credevano che gli Spagnoli fossero tutt'uno coi loro animali, come giganteschi centauri.

In America, infatti, fino all'arrivo degli europei, il cavallo era del tutto sconosciuto: e ciò appare piuttosto strano a noi, che siamo abituati da millenni a considerarlo come il compagno indivisibile dell'uomo in tutte le sue imprese di guerra e di conquista. In Europa e in Asia esso compare fin dalla più remota preistoria; senza risalire all'età paleolitica (sulla parete di una grotta della Dordogna è dipinto un bellissimo cavallo in corsa, che risale a forse 50.000 anni fa), basta pensare alle civiltà degli Arii in India, dei Cinesi e dei Giapponesi in Estremo Oriente, degli Assiri e degli Ittiti nel Mediterraneo, per vedere, protagonista di ogni fatto storico, l'uomo a cavallo.

Greci e Romani avevano per i cavalli, per le corse dei cocchi, per l'equitazione, una passione che rasentava il fanatismo: Caligola, il folle imperatore, arrivò a creare senatore il suo cavallo Incitatus, e a fargli costruire una scuderia di marmo e d'argento.

Dalle gradinate del Circo Massimo le grida frenetiche di 200.000 spettatori accompagnavano il galoppo delle quadrighe; spesso, fra i sostenitori delle due parti avverse, scoppiavano zuffe sanguinose.
Crollò anche l'impero romano, con la sua decadente e raffinatissima civiltà forse una delle poche cose che sopravvissero a tanto sfacelo fu l'arte equestre, che si venne sempre più affermando come privilegio della nobiltà. Le pianure di Maremma e di Normandia fornivano ai cavalieri medioevali i massicci stalloni da guerra, capaci di sopportare il peso delle grevi armature: e si può dire che, dal XII fino al XVII secolo, fino a quando, cioè, gl'Inglesi cominciarono ad incrociare i loro cavalli con quelli arabi, gli allenamenti, i metodi, e i mercati italiani dominarono il mondo ippico d'Europa.

Oggi esistono decine di razze equine, spesso assai diverse l'una dall'altra, adatte ai più svariati compiti. Così l'Hackney, inglese, un bel animale dalle forme robuste, che si presta sia al tiro leggero che alla sella; il Pony, piccolo e tozzo la cavalcatura prediletta dai bambini; il cavallo da polo, simile al precedente, allevato appositamente per questo gioco; lo Shire, un mastodontico cavallo da tiro, dalle zampe larghe e pelose, pesante fino a 10 quintali. In Oriente dominano il cavallo Arabo e il Berbero; piuttosto piccolo il primo, grigio pomellato, resistente e velocissimo; più robusto, di mantello rosso o roano, il secondo. Da incroci fra cavalli arabi e inglesi è nato, come si è detto, quel magnifico campione di velocità e di resistenza che è il purosangue inglese, dominatore degli ippodromi.


Anche alle ns. latitudini i cowboy devono stare in guardia a vegliare il Ranch. Il sottoscritto da buon cowboy e ottimo tiratore fa  desistere  i 2 famigerati fratelli di un paese della Val Colla sopranominati "Catellbrothers".


" Il riposo del guerriero ". Dopo un'estenuante trekking alpino un bel meritato sonnellino non me lo toglie nessuno, sempre però con un'occhio vigile.


Ogni buon cavaliere della Monta Western sogna sempre il vecchio West.
 

  Top